I primi tre obiettivi di Giampaolo: rilanciare Paquetà, valorizzare Cutrone, recuperare Bonaventura. I vari Biglia, Suso, Andrè Silva, Calhanoglu e Castillejo servono per fare cassa
diAlberto Cerruti
Scelta la più bella cornice possibile, con il sorprendente e graditissimo ritorno di Boban al Milan per affiancare il suo amico Maldini, ora bisogna pensare al quadro, cioè ai giocatori perché in campo vanno loro, non i dirigenti. Senza il miglior Baresi e i vari Tassotti, Donadoni, Ancelotti, Gullit, Van Basten, oltre allo stesso Maldini ovviamente, Sacchi non avrebbe vinto tutto quello che ha vinto. E infatti, con altri giocatori, quando è tornato per sostituire Tabarez, ha finito il campionato all’undicesimo posto, peggior piazzamento dei 31 anni della gestione Berlusconi-Galliani.
Ben venga Giampaolo, quindi, che dovrà ripartire da zero o quasi, perché con i giocatori di Gattuso, specie in mezzo al campo, incontrerebbe le sue stesse difficoltà per inseguire il quarto posto. E allora, prima di pensare ai rinforzi, senza illudersi che si presenti a Milanello un cosiddetto top player, il nuovo tecnico rossonero deve pensare a chi c’è già e non merita di essere ceduto, o semplicemente di retrocedere al ruolo di riserva. Il primo nome che può diventare un simbolo del nuovo Milan è quello di Paquetà, che ha il grande vantaggio di avere già conosciuto i compagni e soprattutto le differenze tra il campionato italiano e quello brasiliano. Arrivato come trequartista, perché tutti i grandi brasiliani da Zico a Junior lo avevano già apprezzato in questo ruolo, Paquetà è stato però impiegato come esterno di centrocampo da Gattuso, nel suo 4-3-3. Troppo defilato per incidere, con compiti più da mediano che da attaccante, Paquetà ha mostrato grande spirito di sacrificio e duttilità tattica, ma Giampaolo che ama i trequartisti potrà finalmente lasciarlo libero di regalare fantasia e assist alle spalle di una o due punte. E qui il discorso si allarga all’importanza di Cutrone, che anche domenica sera quando è entrato in campo con la Under 21 ha dimostrato le sue qualità, non soltanto realizzative. Come ha detto ieri mattina Capello a “Radio Anch’io Sport” su Radiouno, prima di cedere Cutrone bisogna avere la certezza di trovarne uno migliore. Quindi precedenza a lui e non ad Andrè Silva, che ha deluso nelle ultime due stagioni, prima al Milan e poi al Siviglia. Dopo tanta, troppa, panchina Cutrone merita di essere valorizzato come seconda punta al fianco di Piatek, con il quale tra l’altro ha già mostrato una promettente intesa.
Il terzo obiettivo immediato di Giampaolo dovrebbe essere il recupero di un giocatore, dimenticato troppo in fretta da tutti dopo il suo grave infortunio. Parliamo di Bonaventura che un anno fa sembrava addirittura in corsa per ricevere la fascia di capitano, poi ceduta a Romagnoli. La sua classe non è mai stata in discussione e se davvero è recuperabile fisicamente, perché Bonaventura dovrebbe cedere il posto a Calhanoglu, che nel suo secondo campionato con il Milan ha segnato 3 gol come lui, giocando però molto meno? Avere già in casa tre giocatori così non è male e sarebbe un peccato non sfruttarli, o peggio ancora cederli. Pensando al futuro, visto che si deve fare cassa, conviene rinunciare a Biglia, anche se difficilmente riciclabile, e soprattutto a chi può avere più mercato di lui, come i vari Suso, Castillejo, Calhanoglu, Kessie, Laxalt e Rodriguez. In questo senso sarà subito importante il lavoro del nuovo d.s. Massara. Con l’augurio che sia decisivo come il suo quasi omonimo Massaro, che non aveva la classe di Van Basten ma è entrato nella storia del Milan con la sua splendida doppietta nella finale di Champions vinta 4-0 contro il Barcellona, un quarto di secolo fa. Altri tempi, sperando che prima o poi ritornino.