A furia di criticare il Milan per dimostrare a tutti di avere la schiena dritta, si rischiano diversi effetti. Il primo è di ergersi paladini della libertà di stampa ai danni del Milan e di dimenticarsi di fare la stessa cosa nei confronti di dirigenze che vanno per la maggiore. Perché se Barella costa 45 milioni e non diventa un caso dopo essere partitodue volte dalla panchina, perché lo diventa Leao costato 15 milioni di meno? Ma al di là di questo elementare caso di scuola, si rischia anche il secondo effetto, un po' più comico ci consentirete. E cioè che criticando il Milan per tutto e per di più, si criticano anche le proprie critiche. Che è carino, da un certo punto di vista. In soldoni, se si critica il Milan perché Correa non vale 50 milioni, perché poi dare l'insufficienza al Milan sul mercato per il fallito assalto a Correa? Qualcuno si è dimenticato del fatto che il Milan, come abbiamo sempre detto e validato, non ha mai portato la propria offerta all'Atletico oltre i 40 milioni. Non ci aspettavamo quindi i complimenti per non averlo preso a 50 milioni, ma nemmeno la critica della critica. Lo stesso dicasi per la Uefa. Secondo molti, il Milan senza Modric è una scolaresca senz'anima. Siamo certi che se il Milan avesse preso Modric investendo fra cartellino, ingaggio e commissioni per 50 milioni di euro per 2 stagioni, gli stessi che oggi criticano il Milan per non averlo preso lo avrebbero criticato per aver speso troppo in dispregio alle raccomandazioni provenienti da Nyon: Uefa e adesso? Guarda quanto ha speso il Milan. Dalla critica potenziale a quella vera: il Milan veniva criticato perché la fascia sinistra rendeva poco, ma se prendi uno cone Theo Hernandez per farla rendere di più e meglio non va bene lo stesso. Certo, perché l'infortunio è una colpa, una vacatio del giocatore che diventa brodo di coltura per gli eccessi, e quindi per la degenerazione, della critica.
Passi per Leao che quando lo cerca il Napoli è il nuovo Mbappe e quando lo prende il Milan diventa come per incanto una scommessa troppo giovane, la stessa traiettoria di Krunic-nuovo Zielinski-incognita, e passi anche per Rebic che, secondo alcuni pseudo-tifosi, pseudo-giornalisti e pseudo-tutto, quando era all'Eintracht era meglio di Lukaku e che adesso che è arrivato al Milan chissa chi è, tutto questo ci porta ad un crocevia obbligato. Marco Giampaolo chiede onestamente e trasparentemente tempo, ma di tempo non c'è n'é. Il tema è: il fronte della critica è concentrato ferocemente solo sul Milan perché il Milan ha cambiato troppe volte società negli ultimi 5 anni (anche quando ne aveva due in una) per essere un potentato. E visto che fli altri due potentati non si possono toccare, attenti alla critica tanto per criticare: quando è cosi compatta, apre varchi, fronti, breccie. Battezzare con coraggio una squadra e farla crescere nelle conoscenze e nel pensiero collettivo, potrebbe essere una scelta. Sovrapporre la squadra della realtà di campo di oggi a quella ideale che intanto cresce a Milanello settimana dopo settimana, a livello ambientale rischia di essere piuttosto rischioso.
I due ultimi tarli. Perché se il Milan è così criticabili, le Nazionali ne hanno convocati 15? Vogliamo escludere Daniel Maldini, Gabbia e Mionic? Escludiamoli pure, ne restano pur sempre 12...difficili da spiegare anche per la critica più critica che ci sia, ovvero quella contro il Milan. E poi scusate, perché il Milan giocherà contro Fiorentina e Lazio nel girone d'andata, con un giorno in meno di recupero rispetto all'avversario. Il Milan si lamenta e si attacca a tutto? Forse ha preso esempio dalla critica occhiuta e brontolona che lo perseguita. O no? Intanto quel giorno in meno di riposo resta e invece di criticare il Milan per il suo peso politico, andiamo a vedere bene e a mettere in fila tutti gli eventi che hanno depotenziato politicamente il Milan. Ma non da ieri mattina, ma da almeno 5 anni a questa parte.
.di Mauro Suma